Archivio dell'autore: Aldo Luigi Mancusi

La virile mazza di Thor: MANOWAR – “The Lord Of Steel” (Magic Circle)

Parlare dei Manowar… Cavolo i Manowar… La croce e la delizia del metal degli ultimi 20 anni… Ricordo i Manowar quando erano stupidi, ma meno di adesso. Quando sulle pagine di Metal Hammer ai tempi di “Triumph Of Steel”, disco superlativo, i 4 servi di Odino dicevano testualmente che ‘i Metallica erano grandi, ma loro erano i re’. Che ricordi, quando mio cugino Fabio mi sbrindellava i coglioni con l’acuto di Adams sulla bellissima “Thor”, o quando un mio amico, Piero, mi sfilettava il prepuzio con gli assoli di DeMaio. Personalmente ho sempre avuto un approccio bipolare verso questi ragazzotti americani: da un lato li ho sempre trovati un ascolto immancabile e bellissimo (ancora oggi non mi faccio mancare qualche bel passaggio di “Hail To England” o “Gloves Of Metal”), dall’altro li ho sempre trovati esageratamente idioti, ma non tanto loro quanto i fans, una mandria infinita di reietti che ha preso troppo sul serio cazzate come faith, warriors, true e via dicendo. Leggi il resto di questa voce

PARADISE LOST: scarica GRATIS “Lost In Time”, il nuovo best of!!!

Ok, i Paradise Lost non saranno più quelli di una volta, forse saranno diventati addirittura inascoltabili per non poche persone, ma chiunque ha amato la band o è anche solo curioso di scoprire meglio la loro storia non può lasciarsi sfuggire l’occasione di scaricare GRATUITAMENTE il loro nuovo best of. Sinceramente siamo contenti di questa operazione che fa onore alla band inglese; consci che ormai la produzione ‘fisica’ di un album antologico non ha alcun senso, hanno avuto la modestia e la sapienza di regalare una compilation che raccoglie veramente il loro meglio. Leggi il resto di questa voce

Il nuovo capolavoro della storia del rock? Può essere: TENACIOUS D – “The Rize Of The Fenix” (Sony Bmg)

6 anni sono passati dall’uscita del disco più importante da quando l’uomo ha iniziato a comporre le prime musiche nella preistoria battendo i cocci sui massi, l’album che ci ha svelato i segreti della storia del rock spiegandoci come i vari Eddie Van Halen e Jimmy Page siano riusciti ad incidere i loro capolavori. Sto ovviamente parlando di “The Pick Of Destiny” dei Tenacious D! Bene, la coppia formata da Jack Black e Kyle Gass, in compagnia del sempre fido Dave Grohl dietro le pelli, è tornata con “Rize Of The Fenix”, album annunciato come il nuovo capolavoro della storia, almeno da quando Mozart incise il suo Requiem. Risponde a verità questa presentazione? Si, si ed ancora si! “Rize Of The Fenix” è fottutamente bello, fottutamente heavy e fottutamente metal! Se siete rimasti senza parole di fronte alla magnificenza di “The Pick…”, allora rimarrete ancora più stupiti di fronte a questo nuovo masterpiece. Leggi il resto di questa voce

Scarica gratis “Toxic Waste”, il brutalissimo split di Toxic Holocaust e Municipal Waste!

Ci sono cose che nella vita ti danno veramente soddisfazioni, ancora di più quando si tratta di scaricare gratuitamente e legalmente uno split di quelli che spaccano come questo firmato da due delle più marce thrash metal band del momento, Toxic Holocaust e Municipal Waste. Se poi a tutto questo sommate una bellissima cover in stile “Leprosy” dei Death, allora il gioco è fatto! Cosa? State ancora leggendo? Leggi il resto di questa voce

Il lato più bestiale dell’essere umano: ONICECTOMY – “Drowning For Salvation” (Coyote Records)

Chi di voi segue con interesse Brutal Crush sa molto bene quanto noi apprezziamo il lato più putrido e lercio della musica, robe come Sore Throat e Lawnmover Deth per noi sono romantiche come può essere Tiziano Ferro per una 15enne in crisi ormonale ed un po’ rincoglionita. Capirete bene che, da quando abbiamo deciso di dare seriamente spazio alle realtà più estreme dell’underground nazionale e non, siamo stati realmente sommersi da un’infinità di file, cd e via dicendo. Questa volta abbiamo deciso di presentarvi l’album di una band di casa nostra, una sorpresa genuinamente brutale, gli Onicectomy. Leggi il resto di questa voce

Ammazza quanto era brutto, non che oggi sia Brad Pitt: chi cazz’é?

Chiunque negli anni ’80 ascoltava metal e suonava la chitarra, aveva solo un sogno, fare le stesse cose che faceva questo nerd qui in bella vista. Un non bello che qualche patatina l’avrà fatta impazzire, può essere, ma di sicuro un autentico pezzo della nostra storia musicale. Leggi il resto di questa voce

Lei non lo sa succhiare bene? Mandala a scuola!

Fino a ieri abbiamo esitato prima di pubblicare questa notizia ai limiti dell’incredibili, non che tutte le altre amenità che abbiamo pubblicato fossero credibili, sia chiaro, ma questa abbiamo deciso di postarla sul blog solo dopo avere avuto un’immagine fotografica che rendesse la notizia inconfutabile. Leggi il resto di questa voce

Non c’é niente da fare, questa si che è gente creativa: MANOWAR, svelata la nuova copertina!

Come potete ammirare qui sopra, eccovi la nuova ed originalissima copertina del prossimo disco dei Manowar intitolato, chi lo avrebbe mai detto, “The Lord Of Steel”. I più maligni hanno detto che questa ricorda la copertina di “Sign Of The Hammer“, capolavoro barbarico del 1984, ma coloro i quali si sono permessi di fare tale affermazione sono stati prontamente sodomizzati da un’orde di barbari incazzati che durante l’atto punitivo godereccio cantavano “Black Dick, Fire And Steel”. Leggi il resto di questa voce

Doom or be doomed: oggi il becchino consiglia Candlemass, Ahab, CieloDrive & Nachtblut!

Ok, parliamo sempre con un certo piacere del doom qui a Brutal Crush, non è un mistero la nostra devozione verso tutto ciò che anche solo lontanamente puzza di Tony Iommi e Black Sabbath, figuratevi che per principio apprezziamo anche “Scream” di Ozzy Osbourne che, siamo sinceri, in fin dei conti è una mezza fetenzia se escludiamo 2-3 brani. Che ci volete fare, siamo tutti un po’ all in black da queste parti. Così questa volta parliamo di alcune uscite che faranno sicuramente la felicità di tutti coloro i quali tra voi amano passare i weekend nei cimiteri e non disdegnano un pic nic sulla tomba di qualche strega bruciata dal Torquemada. Leggi il resto di questa voce

Genio e sregolatezza, questo è il death metal che ci piace: ANATOMY OF I – “Substratum” (Red Nautilus)

Ultimamente ci abbiamo preso gusto nell’andare a ricercare in giro per la rete le novità più putride e sfiziose che il mercato propone ma di cui non è facile venire a conoscenza. Questa volta però è stato l’underground a venire da noi, e che underground! Capita che apri la casella email e ti ritrovi l’invito all’ascolto di un disco di quelli che mai ti saresti aspettato, il disco di una band in cui suonano, giusto per gradire, personaggi come Steve DiGiorgio (Sadus, Control Denied, Testament e svariati altri) e Dirk Verbeuren (Phaze I, Soilwork, Aborted e svariati altri), oltre allo sconosciuto e talentuoso Michael Dorrian, mio interlocutore via email. Leggi il resto di questa voce

C’é chi va al Gods Of Metal e c’é chi va al Gods Of Grind: dai sfogo alla tua brutalità!

Si sa, noi di Brutal Crush siamo sempre stati dalla parte dell’underground più becero, malsano ed estremo. Così non ci venite a chiedere il perché, ma era naturale che supportassimo quello che per noi tutti è il festival dell’anno, una tre giorni (21/24/25 Giugno) anarcogrind con Nasum, Napalm Death, Wormrot, TSUBO, Buffalo Grillz e tanti altri macellai del suono con le mani sporche di sangue e le vostra interiora fra i denti! Come se non bastasse l’evento si svolgerà qui a Roma, perciò col cavolo che ci sposteremo per andare da qualche altra parte. Leggi il resto di questa voce

VINICIO CAPOSSELA: ci hai brutalmente tritato i coglioni!

Lo so, il nome di Capossela non è molto in linea con i suoni che più tradizionalmente vengono commentati su Brutal Crush, ma non penso sia un problema. Anche se lo fosse, chissene. Ogni buon alcolista, magari mezzo tossico, con un’eterna scimmia depressiva nell’anima, ha sempre a portata di mano alcune cose fondamentali: un libro di Bukowski, almeno 4 litri di birra (preferibilmente Moretti), tabacco, erba ed un paio di classici di Nick Cave e Tom Waits a scelta, in pratica il massimo per una serata, sia soli che in compagnia. Leggi il resto di questa voce

E’ iniziata l’apocalisse degli zombi? Se così fosse, sparategli in testa!

Detta così sembra una cazzatona di quelle che non fanno neanche ridere, ma non lo è! Noi di Brutal Crush l’abbiamo sempre saputo, e come se l’abbiamo sempre saputo, gli zombi esistono! Non ci credete? Siete ancora sotto l’influenza del ‘grande fratello’ che vi offusca la mente? Ok, allora leggete quanto è successo neanche poche ore fa a Miami: un uomo, deambulando per strada completamente nudo, ha aggredito un barbone strappandogli parti del volto a morsi e cibandosene. Leggi il resto di questa voce

Un disco che dura 87 secondi? I tipi della Earache l’hanno fatto, ascoltalo su Brutal Crush!

Tutti coloro i quali tra voi lettori hanno da tempo superato i 35 anni, ricorderanno l’effetto che ‘ci’ fece “You Suffer” dei Napalm Death appena ascoltata, un brano che durava un solo fottutissimo secondo! La Earache fu per un lungo periodo la label estrema per eccellenza, non c’era storia, nel suo rooster aveva i migliori, dai Carcass ai Morbid Angel, dai Cathedral fino ai Napalm Death, in pratica parliamo di quello che era il meglio in assoluto. Leggi il resto di questa voce

Altro che BOT, questi si che campano di rendita: MARDUK – “Serpent Sermon” (Century Media)

Ne vogliamo parlare? Ok, parliamone, tanto ne avremmo parlato comunque. Quanto ci possono piacere i Marduk nel 2012? Poco, anzi pochissimo. La vera domanda che tutti dovremmo porci però è: se i Marduk non avessero inciso “Opus Nocturne”, quanti li seguirebbero oggi? Soprattutto, i loro nuovi dischi sarebbero sempre e comunque accolti con interesse? Non penso assolutamente. Aggiungo che, se non fosse uscito proprio “Opus Nocturne”,  neanche quel martello pneumatico di “Panzer Division…” avrebbe riscosso il successo di cui poi ha goduto. Detto senza paura di fraintendimenti, l’ultimo disco dei Marduk che ho realmente apprezzato è stato “Plague Angel”, un bel disco di mestiere, questo è sicuro, ma la presenza di Mortuus al posto di Legion dietro al microfono, specialmente dopo un album fiacco come “World Funeral”, ha portato quella ventata di freschezza che ci voleva. Leggi il resto di questa voce

MISFITS: reunion in vista? Non è detto, per il momento si suona qualche vecchio classico insieme

I Misfits sono un nome che, se a suo tempo non ha goduto di chissà quali glorie, grazie ai Metallica ed alle loro t-shirt è diventato un culto, uno dei primi e più emblematici casi della storia del rock per quel che riguarda la forza del merchandising (addirittura oggi si vendono più magliette e gadgets che dischi, ma è una storia diversa). Tutto questo lo sa bene sua maestà Glenn Danzig che, sulla gloria postuma della sua ex band, ci ha costruito una carriera invidiabile, prima con i seminali Samhain poi con i Danzig, merito soprattutto di una manciata di dischi superlativi, sia chiaro. Nessuno ha mai detto che il buon Glenn sia mai campato sugli allori, ci teniamo a ribadirlo, non a caso proprio il suo ultimo disco con i Danzig, “Deth Red Sabaoth“, ne ha universalmente segnato la rinascita artistica. Bene, dopo anni che proprio lui per primo ha detto no ad una reunion con i suoi ex compagni, pochi giorni fa ha ospitato sul palco niente meno che Doyle, l’ex chitarrista dei Misfits con cui è sempre rimasto in buoni rapporti. Sia questo il primo segno di una imminente reunion? Sapranno riconciliarsi Glenn e l’ex compagno di liceo, Jerry Only? Non lo sappiamo, anche se sinceramente ci speriamo Non ci speriamo come in una bella reunion degli Samhain, sia chiaro, ma a noi di Brutal Crush piacciono le cose strane, non ve lo dobbiamo certo ricordare ogni due per tre. Leggi il resto di questa voce

Non li conosce nessuno per il momento, ma questi tizi vi prenderanno a calci nel culo: CYCLOPIAN – “Cyclopian”

Come abbiamo già accennato parlando dei grandissimi Belzebong, la rete dona finalmente la possibilità, anche a chi non ha i mezzi o le possibilità giuste, di farsi conoscere in tutto il mondo saltando a pié pari qualsiasi discorso discografico legato alla distribuzione fisica. Niente più dipendenze dalle esigenze dell’art director di turno o della moda. Le nuove generazione, più di chi ha già consolidato il suo nome, hanno la meravigliosa possibilità di suonare quel che vogliono nella più ampia delle libertà. Leggi il resto di questa voce

Il nuovo record di Lisa Sparxxx, un porcile a forma di donna!

Credeteci o no, c’é gente che si impegna seriamente per superare i record più bizzarri, cose come quante noci sgusci in 60 secondi usando le natiche, chi fa il castello di sabbia più resistente modellandolo con le ascelle e via così per una serie infinita di cazzate. Lisa Sparxxx, notissima attrice hard americana, non scherza quando decide di battere un record. Bene, la nostra bella maggiorata, contro ogni pronostico, è riuscita nell’ardua impresa di fare una gang bang con la bellezza di 919 uomini contemporaneamente, roba da latrina umana del piacere. Leggi il resto di questa voce

CHUCK SCHULDINER e l’assenza di vergogna: come la Relapse lucra sulla buonanima

Ok, Chuck è morto e lo sappiamo tutti, ma da quel giorno almeno tre case discografiche hanno provato ad alzare soldi sfruttando una tragedia umana. Prima la Nuclear Blast con un live dvd postumo, poi la Karmageddon (ex Hammerheart) con gli “Zero Tolerance 1 & 2”, ovvero le parti inedite e demo del mai uscito nuovo album dei Death e di “The Sound Of…”. Infine, a fare veramente la parte dello schifo ci ha pensato la Relapse che, non contenta di avere rimesso in circolo l’ennesima ristampa di tutti i dischi dei Death, inclusi i Control Denied ed un live, arricchiti con i soliti bonus che nel bene o nel male tutti già avevano, adesso ci propone la ristampa delle registrazioni dei Mantas, la prima band di Schuldiner. Leggi il resto di questa voce

Ti droghi, picchi i bambini ed ogni tanto non ti dispiace fare una pisciatina sull’aiuola del vicino? Allora sentiti questi: BELZEBONG – “Sonic Scapes & Weedy Grooves”

Ci sono band che spaccano a priori, anche solo per l’attitudine. I Belzebong sono una di quelle. Questo quartetto polacco suona il più acido, marcio, pestone e malato stoner/doom del globo: strumentale! Si, avete capito bene, fottutamente strumentale, esattamente come i nostri italianissimi Misantropus, la band dei fratelli Sanniti che ha fatto scuola a riguardo. Senza fare paragoni con il power trio capitolino, i Belzebong prendono i Black ‘fucking’ Sabbath di “Master Of Reality” e li stuprano, li imbottiscono di marjuana e gli fanno fare un trip a base di Kyuss e dei Cathedral più visionari. Questo gioiellino della ‘fattanza’ è composto da 4 brani a dir poco bestiali, la colonna sonora perfetta per film come “Il Grande Lebowsky” o, ancora meglio, “Paura E Delirio A Las Vegas”, roba acidissima, di quella che ben accompagnava le serate alcolico/lisergiche a casa di un mio vecchio amico sulla tangenziale quando, dopo le prime 2 bombe e qualche litro di birra, si passavano le ore a commentare la grandezza di Iommi. Leggi il resto di questa voce

Basta con i soliti spray! Hai problemi con gli insetti? Chiama Rob Zombie!

L’estate si sa, porta un sacco di problemi, incendi, bikini esagerati, code chilometriche al casello, ma nessuno di questi problemi vale quanto quello delle formiche, quei simpatici cosetti neri con le antenne che, a differenza della cicala, si fanno il mazzo tutto l’anno. Chi di voi non ha mai pensato “Ti pare possibile? Bastano due briciole e subito arriva un esercito di queste fottutissime formiche!”. Leggi il resto di questa voce

Ci sono modi peggiori per soffrire, altro che Equitalia: SONATA ARCTICA – “Stones Grow Her Name” (Nuclear Blast)

Ci sono dischi che, almeno secondo il mio punto di vista, ci vuole coraggio a produrre. Non mi riferisco a quelle monnezze mal registrate di terza categoria che, tra una cazzata e l’altra, qualche cerebroleso definisce senza ritegno capolavoro facendo il verso al più detestabile intellettualoide della nostra Italietta, mi riferisco invece a quei prodotti ultra ampollosi e curatissimi di hard rock/power/pop metal che andavano di moda nella seconda metà degli anni novanta, quando un cospicuo numero di rincoglioniti seguiva con devozione robette quali Stratovarius ed affini. Triste a dirsi, i Sonata Arctica furono una delle ultime band di un’epoca ormai lontana che mi riuscì a scucire qualcosa dal portafogli senza avere ascoltato una nota che sia una. Leggi il resto di questa voce

Black Metal LEGO: solo per i genitori legati alle tradizioni!

Sembra fatto di proposito, proprio sotto questo post ne troviamo uno di ben altra serietà interamente dedicato all’underground black metal, ma non è colpa nostra se oggi siamo venuti a conoscenza di questa puttanatona. Che il black metal, o almeno tutto ciò che gira intorno a questo genere, intendendo l’immaginario scenico, presti il fianco alle parodie e prese per il culo più incredibili, questo è fuori di dubbio, ma che addirittura i tipi della Citizen Brick si mettessero a produrre il black metaller Lego sembrava una cosa impensabile. Leggi il resto di questa voce

Roba che fa veramente male dentro: CANAAN – “Of Prisoners, Wandering Souls And Cruel Fears” (Eibon)

Ci sono band che hanno provato in tutti i modi a rappresentare nel modo più tangibile possibile concetti come dolore, sofferenza, morte, suicidio. In quante ci sono realmente riuscite? Poche, anzi pochissime, più che altro parliamo di qualche più o meno semisconosciuta band doom o qualche band di depressive black metal come i Nortt, ma si contano sulle punte delle dita. I livelli di cui qui parliamo vanno ben oltre la semplice poesia decadente di album comunque spettacolari come “Epicus, Doomicus, Metallicus” dei Candlemass, “The Angel And The Dark River” dei My Dying Bride o “Forest Of Equilibrium” dei Cathedral. Qui parliamo concretamente del nero più nero, della voglia di staccare la spina, del più violento dolore dell’anima. Bene, se cercate in una parola tutto questo, la colonna sonora perfetta per il vostro ultimo respiro ha un solo nome: Canaan. Leggi il resto di questa voce

#9 Brutal Playlist: i più ascoltati dai Crushers of the dead!

Era da un po’ che non vi proponevamo una delle nostre malsane classifiche, cosa ci volete fare, impegni e mancanza di tempo, nuove avventure e cocenti delusioni, tutte cose che ci hanno fatto smarrire la putrida via. Ad ogni modo eccoci di nuovo qui con una sanguinolenta classifica, la prima dopo la playlist di fine anno, ne è passato di tempo, eh? Fondamentalmente questa lunga assenza in realtà è scaturita da un solo motivo, siamo sinceri, dischi decenti da Gennaio ad oggi ne sono usciti veramente pochissimi, quasi nessuno. Leggi il resto di questa voce

I ricordi di una gioventù senza pippe: WHITE SKULL – “Under This Flag” (Dragonheart)

C’era un tempo, oltre 15 anni fa, in cui quella macchietta chiamata scena metal italiana era floridissima. Le riviste di settore dedicavano spazio a dire basta a miriadi di band, con il senno del poi quasi tutte inascoltabili. Erano gli anni del power metal e dell’epic, gli anni in cui gente come Heimdall e Drakkar sembravano il futuro. Ciliegina sulla torta, furono anche anni in cui il metal si chiuse a riccio su se stesso rinunciando ad ogni sorta di innovazione ed ignorando tutto ció che succedeva fuori dal ghetto, riprendendo ed osannando le soluzioni stilistiche vecchie e vetuste del power metal tedesco degli anni ’80. Solo dopo il 2001 le cose tornarono lentamente alla normalità, ma con l’avvento del giusto riequilibrio è anche morto il sogno/incubo della scena italiana power/epic. Come per ogni evoluzione, pochi sopravvivono ed è questo il caso dei White Skull, buona band di metallo classico a tinte power ma non gay, per certi versi accostabile ai Grave Digger/Running Wild, ma è un paragone che gli calza stretto. Leggi il resto di questa voce

MANOWAR: tutto, ma proprio tutto sul nuovo album… In digitale???

Qui a Brutal Crush prendiamo sempre molto per il culo i Manowar e tutto il circo che si portano dietro, ma in realtà gli vogliamo bene e non ci facciamo mancare l’ascolto di una bella “Black, Wind, Fire And Steel” quando capita. Perché i Manowar sono questo, sono volutamente pacchiani e volutamente esagerati. Cosa sarebbe un loro disco se Eric Adams non usasse le parole fight, steel, warrior, true, defender e metal? Sarebbe un normalissimo disco del cazzo che passerebbe inosservato come altri mille. Allora non c’é da stupirsi se il nuovo album si intitolerà “The Lord Of Steel”. Il problema vero è che non uscirà in formato fisico, né in cd, né in vinile. Il perché? Leggi il resto di questa voce

Ieri come oggi, il numero uno: OZZY OSBOURNE – “Speak Of The Devil” (Eagle Rock)

Ve lo ricordate “Speak Of The Devil”, il favoloso live di Sir. Ozzy in cui venivano riproposti tutti i classici dei Black Sabbath che tanto fece incazzare sua maestà Tony Iommi? Bene, quel live registrato a poche settimane dalla morte di Randy, per questo privo delle hit firmate dal Madman, oggi finalmente ci viene riproposto in versione dvd ma con una scaletta diversa in cui trovano posto solo 3 classici dei Sabs, mentre per il resto è un’orgia del meglio estratto da “Blizzard Of Oz” e “Diary Of A Madman” con una formazione da sballo, forse la sua formazione migliore di sempre: Gillis alla chitarra, Sarzo al basso e Aldridge alla batteria. Leggi il resto di questa voce

Dark Shadows: Alice Cooper e Johnny Deep duettano alla premiére del nuovo film firmato Tim Burton!

Che Johnny Deep ed Alice Cooper siano diventati dei grandi amici da quando l’attore ha voluto jammare in un club con il vecchio Vincent, è cosa risaputa, così come è risaputo che proprio Mr. Nice Guy ha trovato in questa nuova amicizia una specie di ‘seconda occasione’. Infatti, alla faccia delle scarsissime vendite del comunque buono “Welcome 2 My Nightmare”, Alice è riuscito ad avere una parte neanche così marginale nel nuovo lavoro del cult director Tim Burton. Il perché di questa partecipazione? Deep si è fissato e si sa, quando Johnny comanda, Tim obbedisce, un po’ come il fu allenatore del Napoli con Maradona. Leggi il resto di questa voce

Alba Dorata? L’idiozia greca

Non ci piace parlare di politica su Brutal Crush, certamente non schifiamo qualche bel gossip a luci rosse, ma da quando Silvio è tornato a pensare solo al suo Milan, mah… Ci manca l’ispirazione. Questa volta però la notizia è di quelle brutali, una ‘novità’ che non siamo riusciti a darvi in tempo reale perché noi per primi siamo rimasti increduli. Bene, la storia del mondo ci ha insegnato che, quando nel popolo scatta la paura, automaticamente prendono piede gli estremismi. Leggi il resto di questa voce