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Ce vo coraggio a indossà sta merda…
Già il metallaro è abbastanza inguardabile per conto suo, i maligni direbbero che è sfigato, ma non voglio andarci giù pesante perché siamo alle porte del Natale, però qui abbiamo superato i limiti dell’indecenza (la decenza da mo che se la semo giocata). Leggi il resto di questa voce
A scuola di rock’n’roll da zio Lemmy: MÖTORHEAD – “Aftershock” (UDR/Warner)
Sarebbe un po’ più adatto chiamarlo “nonno” Lemmy viste le ormai quasi SESSANTOTTO primavere (li compirà il 24 dicembre), ma mi piace più chiamarlo zio. Uno zio che tutti vorrebbero avere, un monumento della musica che tanto ci piace, che ha scritto pagine e pagine di storia condite da ironia, integrità artistica, tanta goliardia, simpatia e pure eccessi di ogni tipo. Leggi il resto di questa voce
#2 Messaggi Subliminali, la guerra è ‘figa’?: MOTORHEAD – “Eat The Gun”
I Motorhead, anzi, Lemmy… Un uomo, un mito… Tralasciando tutte le vicissitudini e tutte gli episodi della sua carriera, musicale e non, leggetevi “La sottile linea bianca“, la sua autobiografia, e capirete di chi parliamo, ma in questo caso ci soffermiamo sui qualcosa di diverso, i testi dei Motorhead. Ditemi la verità, avete mai dato una sbirciata alle cagate immani che Lemmy ci ha da sempre propinato? Cioè, ci rendiamo conto che per un buon settanta per cento le sue sono accozzaglie senza un senso logico di parole messe lì ispirate da litri di Jack & Cola ingollati a più non posso? Leggi il resto di questa voce
MOTORHEAD: guarda il video dei 12 minuti di concerto al Wacken
Eccovi di seguito il video che immortala i 12 minuti di concerto scarso dei Motorhead al Wacken, show che ricordiamo è stato sospeso a causa di un malore di Lemmy. Sinceramente il signor Kilmister sul palco ci è sembrato, se non in forma smagliante, di sicuro meno malconcio di come le news lasciavano intendere. Leggi il resto di questa voce
MOTORHEAD – Interrotto show al Wacken per un malore di Lemmy
Abbiamo appena saputo che qualche ora fa i Motorhead hanno dovuto interrompere il loro show al Wacken perché Lemmy è stato vittima di un malore. Purtroppo le voci su di uno stato di salute non eccellente di Kilmister girano da un po’, non a caso l’uscita del nuovo album, “Aftershock”, va a rilento. Leggi il resto di questa voce
The Really Heavy Thing! HIGH ON FIRE 02 Academy Islington 08/02/2013 (London)
Io e il mio compare ne avevamo avuto abbastanza della routine cittadina settimanale. Alzatacce alle 5 del mattino, colazioni fuggevoli, corse folli per non perdere treni già stracolmi, la solita merda, i soliti scazzi, lo smog e il cielo grigio che volenti o nolenti incidono sull’umore, la solita vita dell’uomo moderno che vive in metropoli. Avevamo bisogno di staccare, di seguire il consiglio degli MC5 e mandare tutto affanculo. E cosa meglio di un concerto può darti la ricarica? E chi meglio degli High On Fire può accenderti la miccia in un freddissimo venerdì sera di inizio febbraio?
Li avevo già visti altre 2 volte, ammetto di averli ascoltati poco e di averli approfonditi solo di recente, ma il fascino su di me lo hanno sempre esercitato. Sarà che ho sempre ammirato il sound di Matt Pike fin da quei testi sacri che sono gli album degli Sleep, quel riffeggiare vorticoso che sa di antico e alieno, un evocazione e un’offerta su altari di nera pietra umida emersa da mondi altri. Uno stile unico che ha fatto e continua a fare innumerevoli proseliti. Forse troppi per i miei gusti… Leggi il resto di questa voce
ORANGE GOBLIN – The 02 Academy, Islington (London), 15.02.2013
C’è una realtà inconfutabile: gli Orange Goblin rompono il culo ai ciclopi!
Ammetto che non sono uno dei miei gruppi preferiti in assoluto sebbene li abbia visti innumerevoli volte, mi piaccia la loro musica e abbia tutti i loro dischi, ma credo sia una band che dal vivo si fa apprezzare maggiormente. Si gusta meglio… per così dire. Vuoi per il sound compatto di basso, chitarra e batteria e l’energia che buttano copiosa sulle masse senza esclusione di colpi, vuoi per il personaggio Ben Ward, il frontman dalla voce bruta e abrasiva carburata ad alcol e canne, il gigante buono, il gaiser umano (vi è mai capitato di vederlo sbuffare birra come un cetaceo felice in crociera nel Mar dei Sargassi?).
Un vero trascinatore di folle adoranti, uno che sa come prendere il pubblico aizzandolo al movimento selvaggio fino all’ultima goccia di sudore e rendendolo partecipe quando non addirittura protagonista dello show!
Quel suo sguardo da pazzo scatenato quando nelle parti strumentali punta l’indice sugli astanti mentre il suo labiale dice “Lets go fuckin’ crazy!!!!” Leggi il resto di questa voce
Lemmy: non comprate il nuovo box set dei MOTORHEAD!
Chi l’ha detto che le rock star sono sempre e comunque avide di denaro da spendere in droga, alcool e puttane? Lemmy è uno di quelli che se ne frega e non le manda certo a dire, ancora meno ai discografici che vogliono mangiare sulla buona fede dei fans dei Motorhead, anche se lui per primo ci può guadagnare qualcosa. Leggi il resto di questa voce
Una bella padellata di metallo? Si, ma con una goccia di Napalm, grazie!
Aldo mi comunica che il mio primo “compito” è stato inviato via mail, apro la cartella con un certo timore e mi ritrovo tre cd da ascoltare e raccontarvi. Due gruppi li conosco, ma il terzo no. Andiamo a vedere chi sono: clicco sul link e mi si palesa in formato jpg la copertina … Cazzo che cover! Un vascello pirata in balia delle onde: “Wow, un po’ di sano pirate metal in perfetto stile Running Wild, e so’ pure tedeschi!”. Leggi il resto di questa voce
Lemmy è come la A.S. Roma, non si discute, si ama e basta: MOTORHEAD – “The World Is Ours Vol.2” (Emi)
Roba vecchia, roba nuova, la polemica è sempre la stessa. Fin dalla notte dei tempi c’é chi è ancorato alle tradizioni e non sa o non vuole guardare avanti, così come c’é chi per partito preso chiede e cerca solo novità. Poi c’é anche chi smania un compromesso con sé stesso ma alla fine non riesce quasi mai a mantenere un equilibrio. Chi ha ragione? Io, ovviamente. Perché ho ragione? Perché me ne fotto e vi dico che l’unica certezza delle vostre miserabili esistenze sono i Motorhead, il resto sono tutte cazzate. Leggi il resto di questa voce
Ascoltare musica ‘colta’ vuol dire farsi un sacco di pugne?
Poche ore fa, parlando con Aldo di quanto il caro vecchio progressive rock fosse un genere sublime, decantando le gesta di King Crimsong, Elp e Yes (no, i Genesis ed i Marillion no, sono troppo), non ho potuto fare a meno di farmi una domanda, più precisamente mi sono chiesto quanti dei grandissimi musicisti della storia del prog fossero noti per le loro acrobazie sessuali. Nessuno, tutti dei bravi ragazzi con un grande talento, ma solo tecnico/compositivo, non fallico. Leggi il resto di questa voce
Meglio un concerto dei Motorhead o una scopata? I dilemmi di Brutal Crush!
Stasera a cena con Aldo, tra un’arrabbiata, le patate al forno e due salsiccie al vino, ci siamo posti alcune domande amletiche che ogni fottutissimo rocker di questo mondo si pone. Alla fine è uscita fuori una rubrica che farà storia, ovvero i ‘dubbi’ tipici del crushers of the dead. La prima botta riguarda un classico, meglio una notte con una gran fregna o un concerto dei Motorhead? Tra mille dubbi, luci ed ombre, ha vinto Lemmy. Leggi il resto di questa voce
MOTORHEAD: è morto Michael “Wurzel” Burston
E’ con un grandissimo dispiacere che vi comunichiamo la scomparsa di un mito del rock’n’roll, Michael “Wurzel” Burston, l’ex chitarrista dei Motorhead che, tra le altre cose, ci ha regalato l’indimenticabile riff di “Orgasmatron”. Anche se ormai da anni non faceva più parte della band, esattamente dal 1995, il suo è stato un contributo fondamentale per l’immortalità di Lemmy e della sua band. Leggi il resto di questa voce
MOTÖRHEAD – “The World Is Yours” (Motorhead Music/Emi)
Devo essere sincero, recensire il nuovo disco dei Motörhead non è il massimo del divertimento. Al contrario è molto più spassoso ascoltare un nuovo disco di Lemmy e compagni. Con un titolo che sembra scippato al Tony Montana di Scarface, cosa cazzo volete che vi dica? Semplicemente che Lemmy è l’Al Pacino del rock’n’roll! Irriverente, immortale, estremo e via dicendo con una serie infinita di aggettivi sentiti e risentiti per anni, Kilmister altro non ha fatto che incidere su disco i suoi soliti e marcissimi accordi, accompagnato dal fedele Phil e dal poderoso Mikkey! Sin dall’opener i Motörhead altro non fanno che tributare se stessi e la loro storia con un titolo come “Born To Lose” che ci rimanda ad “Iron Horse”. Per il resto troviamo dieci brani di sano rock’n’roll senza compromessi o barocchismi da pipparoli. Si, lo so, alla fine dei conti i dischi dei Motörhead, indipendentemente dall’ispirazione più o meno riuscita di alcune melodie, sono bene o male tutti uguali ma, come mi disse un ragazzo nella notte dei tempi, i Motörhead sono come la Roma: nun se discutono, s’amano e basta! Leggi il resto di questa voce