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KATAKLYSM – “Heaven’s Venom” (Nuclear Blast)

Non a torto, devo essere sincero, da un po’ di anni ho perso la verve giovanile di quelle belle stroncature che ti danno la gioia di dire in faccia a tutti che un disco è una porcata. Sto invecchiando? Secondo qualcuno probabilmente sono vicino al totale rincoglionimento, il che può essere. Proprio pochi giorni fa, in una splendida conversazione con il Socci (sia chiaro che la medium per comunicare con il Doom mi è costata non poco), ricordavamo i tempi andati, le nostre calzonpizze di Viale Marconi, Giancarlo di Revolver e la sua gentilezza, i profumi dei cipressi ed i dischi avantgarde/ambient/apocalittici che compravamo da un tipo disperso come lui attualmente. Come non ricordare quel disco dell’estate in cui per svariati minuti si sentiva solo il canto di un grillo. Arioli, mi sembra ieri, ci mostrava la bellezza del suo SLK coupé ‘sviluppa doti nascoste’: questa è storia! E Loffredo? Il grande Fabio Loffredo che ci teneva a dire: “Aò, io mi ascolto anche roba tosta tipo speed metal, Metallica e Saxon, mica solo progressive”. Che tempi. Comunque tutto questo guardarsi indietro per dirvi che il mio legame con i Kataklysm ed il loro death metal scialbetto è praticamente inesistente. Li consideravo una band senza infamia e senza lode ieri, li considero senza infamia e senza lode oggi. Avete presente il classico caso in cui la produzione spacca, i musicisti sono bravissimi ed addirittura l’artwork fa la sua porca figura ma manca la parte essenziale, ovvero il songwriting? Leggi il resto di questa voce

IRON MAIDEN – “The Final Frontier” (EMI)

Parlare dei Maiden per me, chi mi conosce bene lo sa, non è più un piacere. In gioventù li ho adorati a livelli che vanno ben oltre il fanatismo, oggi li detesto. Il perché? Semplice: hanno iniziato ad incidere dischi di merda e non sono più una band, sono piuttosto un baraccone fotti soldi e senza un’anima. “A Matter Of Life And Death” era per me il peggio del peggio, pensavo non potessero smerdare di più: mi sbagliavo! “The Final Frontier” è un polpettone di oltre 70 minuti, un mattone indigeribile con cui questi sei inglesi attempati vorrebbero fare il verso alle velleità di gente come Rush et similia, ma non ci riescono perché non hanno idee e capacità. McBrain ha scordato come si suona, Harris continua a sbrodolarci i coglioni con questi cazzo di arpeggi ogni due per tre, Smith/Murray/Gers fanno i mestieranti e lo fanno alla meno peggio, Dickinson è scazzato e fuori contesto, pur conservando una voce di tutto rispetto. Ad esclusione di un inizio improbabile e, sentire per credere, incasinato, si va da brani di ‘appena’ 5 minuti scarsi a martellate sugli zebedei, senza capo nè coda, che viaggiano sui 10 minuti abbondanti. Gli sbadigli si sprecano! I rarissimi momenti sopportabili sono quelli in cui sembra di ascoltare l’ultimo Bruce solista, il che deve fare riflettere non poco. La copertina è orribile; Eddie sembra disegnato da un incapace, con quel capoccione sproporzionato e quel muso da gremlin. Quella specie di sfera con il teschio dentro è quanto di più kitsch offrano i dischi metal underground di serie Z in offerta tra le pagine di un qualsiasi catalogo a 2,99 €. Vergognoso il carattere usato per il titolo, neanche le copertine delle peggiori fetecchie per PS One erano così orribili. Leggi il resto di questa voce