Death metal or nothing? Certa gente la pensa così: CHRONIC HATE – “Dawn Of Fury” (To React Records)

Dopo essermi sorbito per più di un anno badilate di autentica merda da recensire, finalmente noto con piacere che Aldo ha trovato un nuovo ‘badilatore’, il Sig. Musciagna a cui do il mio più sincero benvenuto nel nostro staff. Io, scribacchino porcellino, continuo nella mia opera rubando tempo alle vacanze ed alla compagnia di mia moglie, cosa da non sottovalutare, ma i Chronic Hate sono una buona ragione per sottrarre tempo ad altri svaghi, tipo giocare con i bambini ai Pokemòn. In un periodo in cui tutti sembrano suonare death metal, dal figlio dell’amico che ha da poco scoperto i Kazzinculation Decomposed prima maniera alla vicina che si spara 4 volte al dì “Clandestine” sotto la doccia, va detto che, per mille e mille ragioni, le pretese dell’ascoltatore non sono le stesse di qualche anno fa quando, cercando un’uscita estrema, nella migliore delle ipotesi potevi beccarti l’ennesimo disco metal core. Certamente “Dawn Of Fury” non è l’album che mi cambierà la vita, né gode di quel appeal brutal grandguignolesco che mi piace come la mortadella, ma ha sicuramente un suo perché, specialmente se consideriamo che parliamo del primo full lenght. I Chronic Hate hanno le carte in regola per spaccare culi a dire basta. Tecnici e chirurgici, con in più un gran gusto in fase di arrangiamento, sono delle macchine che hanno il death metal nel sangue, in particolar modo quello della migliore e più malsana scena U.S.A. che fu. Unica nota negativa la quasi totale assenza di originalità, un problema che nel loro caso ha una sua rilevanza non avendo altre peculiarità stilistiche. Vedete, se questi ragazzi suonavano grind alla Rotten Sound, c’era poco da pretendere, ma suonando un death metal che tutto deve a gente come Morbid Angel, Immolation eccetera, realtà estremamente personali e riconoscibili, non è accettabile l’assenza di creatività, un peccato ancora più grande se consideriamo che sono capaci. Fossi il produttore di questa band, per prima cosa sporcherei di molto i suoni e chiederei al cantante una performance meno scolastica e più gutturale, a mò di tombino fognario vecchia scuola, mantenendo però invariato lo stile, sarebbe una bella progressione brutale. Per il momento non c’é niente da aggiungere, sicuramente bravi e da tenere d’occhio per il futuro. (Massimiliano Lodigiani)

Pubblicato il 10 agosto 2012, in Recensioni con tag , , . Aggiungi il permalink ai segnalibri. Lascia un commento.

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