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Vi piace viaggiare con la mente? Benvenuti alla nuova frontiera: FROM OCEANS TO AUTUMN – “A Perfect Dawn” (Argonauta Rec.)
Pubblicato da jacoposemenzato
Originalità portami con te… Ma si può trovare un nome peggiore di From Oceans To Autumn? Cioè, vi giuro che quando mi è arrivato il promo sono impallidito pensando ad una delle solite band demmerda metalcore, taci che mi sbagliavo eh, ma cazzo li avevo scambiati per i più conosciuti “From Autumn To Ashes”. Leggi il resto di questa voce →
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Tag: a perfect dawn, Argonauta, From Oceans To Autumn, post metal, rock psichedelico
Sei perseo? Trentaseo? 6 album per i vostri palati!
Pubblicato da jacoposemenzato
Torniamo volentieri ad occuparci del nostro tanto amato underground musicale andando a parlare di altre sei band che, tra nuove e più conosciute, hanno tutte pubblicato delle nuove releases nell’ultimo periodo e nei giorni che verranno. Leggi il resto di questa voce →
Pubblicato su Recensioni
Tag: black metal, Blizaro, Code, Crisis, Cult Of Luna, death metal, Deathspell Omega, doom, Dotzauer, Ephel Duath, Hawkind, Inferno, Isis, Karyn Crisis, Manthra Dei, Marco Minnemann, post metal, stoner
RWAKE – “Rest” (Relapse)
Pubblicato da massimilianolodigiani
Di quello che un tempo era il rooster della Relapse, quello composto da band che facevano del marchio una garanzia, ormai sono rimasti solo i Rwake, neanche a farlo apposta, i più deboli del lotto. Questo ritorno poi non è che mi entusiasmasse più di tanto, ormai è da troppo tempo che la label campa su quattro ristampacce e con qualche nomignolo poco più che dignitoso appena buono a tirare su qualche dollaro, ma parliamo di briciole. Come se questo non fosse già abbastanza, ormai qui dalle nostre parti si rifiutano inesorabilmente tutti di recensire qualsiasi cosa sia firmata Relapse, e vi garantisco che non è bello quando Aldo ti gira i promo e ti dice, sei la nostra ultima salvezza. Leggi il resto di questa voce →
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Tag: Baroness, hard core, Mastodon, post metal, Relapse, Rest, Rwake, Sludge, southern
HIGH ON FIRE – “Snakes For The Divine” (Century Media)
Pubblicato da Aldo Luigi Mancusi
Il quinto album. Per molti nuovi act questo traguardo sembra un’utopia, per chi ha la stoffa è un passaggio palese. Se poi si pensa che non stiamo parlando di una band qualsiasi ma degli High On Fire, un nome che oltre a celare una storia (vi dicono qualcosa gli Sleep?) da quell’ep omonimo di undici anni fa non smette di crescere e colpire, c’é poco da aggiungere. Oggi la band di Matt Pike ci propone forse il suo album più curato e per questo più composto, ma non noioso o prevedibile. Otto tracce che rappresentano un continuo intercalarsi dai richiami più vari, dai Maiden di metà anni ottanta ai Metallica degli esordi, passando per un groove alla Motorhead e per un certo stoner doom sulfureo e dal flavour acid che rimanda alla mente atmosfere rarefatte. Non un calo di tono, non un momento poco ispirato, non un attimo di respiro: perfetto. Di sicuro gli High On Fire non sono una band facile, le loro soluzioni in fase di arrangiamento, forse per certe volontarie sbavature, non sono sempre di facile digeribilità, ma è una questione di gusti. Resta il fatto che siamo di fronte ad un vero masterpiece che rappresenta, per più e più aspetti, l’attuale punto massimo della carriera di questa macchina da guerra statunitense. (Aldo Luigi Mancusi)
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Tag: High On Fire, Motorhead, post metal, roba marcia, Sleep
THE DILLINGER ESCAPE PLAN – “Option Paralysis” (Season Of Mist)
Pubblicato da Aldo Luigi Mancusi
C”é poco da dire su “Option Paralysis”, sono sincero. I tempi di “Calculating Infinity” sono lontani, probabilmente anche a causa dei continui cambi di formazione e songwriters, mentre siamo perfettamente in linea con gli ultimi “Miss Machine” e “Irae Works”, con l’unica differenza sostanziale che “Option…” è fin troppo ordinato e composto, inoltre manca di quei picchi compositivi che fanno la differenza, o almeno l’hanno fatta in passato. Resto sempre più convinto che il massimo dell’apice compositivo dei The Dillinger Escape Plan è stato l’ep “Irony Is A Dead Scene”, spettacolare parto malato concepito in compagnia di Michelino Patton, un’opera che, tra le botte di genio, ci ha regalato la più disturbata delle versioni di “Come To Daddy” di Aphex Twin, non che l’originale fosse qualcosa di ‘tranquillo’. Se poi mi si permette un inciso fuori contesto, la Season Of Mist con questa band non c’entra proprio niente. Come direbbe il saggio, questo è di sicuro un disco derivativo, ma se vi piace il sound dei The Dillinger Escape Plan sarà un ascolto piacevole, per quanto non esaltante. (Aldo Luigi Mancusi)